A cura della dott.ssa Lucia Di Nardo
Il pensiero occidentale è figlio dell’idea di perfezione derivante da due correnti culturali, il pensiero greco e quello critstiano. Nel primo la perfezione è vista come una necessità dell’essere, mentre nel secondo la perfezione divina reclama la perfezione umana. Questo fa si che l’uomo nella sua evoluzione abbia in un certo qual modo stilato una lista di cose da fare per raggiungere la perfezione, e cose da fare per eliminare le imperfezioni. In psicologia, sempre più, nasce l’esigenza di restituire dignità all’imperfezione, al limite come dimensione nella quale l’uomo nasce, vive, cresce, si muove e sperimenta se stesso. L’uomo è per sua natura un essere imperfetto!(Riccardo Peter) Lo stesso Jung, discepolo di Freud e fondatore della psicologia analitica, distingue tra PERFEZIONE appartenente agli dei, e COMPLETEZZA o TOTALITA’ che rappresenta il massimo a cui possono aspirare gli esseri umani e che richiede la capacità di conoscere ed accettare non solo gli aspetti manifesti e positivi della nostra individualità, ma anche quelli che lui definisce aspetti ombra.
Ma cos’è la perfezione che tanto ricerchiamo?
Perfezione sta per mancanza di errori, di difetti, di lacune; completezza; eccellenza. (dizionario DeAgostini della lingua italiana, 2001) Hollader definisce la perfezione come “La consuetudine di richiedere a se stessi o agli altri livelli di performance più elevati di quanto non sia necessario in quella specifica situazione”
Il concetto di perfezionismo in psicologia risale alla fine degli anni Settanta inteso come lo stabilire standard non realistici per se stessi, attenzione selettiva verso il fallimento, pensiero dicotomico (successo o fallimento)
(Hollander,1965; Hamacheck, 1978; Bruns, 1980)
L’uomo è un essere sociale ed il perfezionismo va inteso come una caratteristica che si sviluppa attraverso l’interazione con l’ambiente. Nel corso dei primi anni di vita e la prima infanzia si sviluppano particolari convinzioni (schemi cognitivi), la convinzione alla base del perfezionismo è che ci si merita amore solo se si è perfetti. Dunque il perfezionismo nasce già quando siamo piccoli, nell’ambito della nostra famiglia, e si evolve nella necessità di essere perfetto in ogni momento e in ogni campo. Il periodo chiave nello sviluppo del perfezionismo include i primi anni di vita e l’adolescenza, periodi in cui la valutazione sociale assume una maggiore rilevanza e va ad influenzare la costruzione del senso di identità.
In quanto esseri umani, inevitabilmente siamo inclini a commettere errori e il guaio è che a volte più cerchiamo la perfezione, più stiamo combattendo una dura battaglia che non può essere vinta. A quel punto semplici errori diventano catastrofi emotive che demoliscono la tua autostima, allontanandoti sempre di più dalla felicità e dalla soddisfazione personale.
Quando sei troppo perfezionista, non riesci mai veramente a sentirti bene con te stesso perché stai inseguendo l’impossibile.
Le caratteristiche di un perfezionista:
-Standards irrealistici e sforzi per raggiungere questi standards
-Attenzione selettiva agli errori
-Interpretazione degli errori come indicatori di fallimento e credenza che, a causa di essi, verrà persa la stima degli altri
-Autovalutazioni severe e tendenza ad incorrere in un pensiero tutto o nulla, dove i risultati possono essere solo un totale successo o un totale fallimento
-Dubbio sulla capacità di portare a conclusione un compito in modo corretto (autoefficacia)
-Tendenza a credere che gli altri significativi abbiano aspettative elevate
-Timore delle critiche
Alcune caratteristiche del perfezionismo possono essere viste come socialmente desiderabili e appaiono essere adattive per un funzionamento psicologico sano; sforzi elevati sono spesso associati a soddisfazione personale e ad un aumentato senso di autostima. D’altra parte con perfezionismo ci si può anche riferire alla tendenza a stabilire standard elevati impossibili da raggiungere e un forte bisogno di evitare fallimenti. Burns (1993), a questo proposito, ha ritenuto importante differenziare il perfezionismo “malato” dalla “salutare ricerca di eccellere”
Il perfezionismo può essere dunque diviso in: NORMALE: il soggetto stabilisce elevati standard prestazionali ed è poi soddisfatto una volta che li ha raggiunti; DISFUNZIONALE: il soggetto non riesce mai a fare abbastanza per essere soddisfatto della propria performance (Rusignolo I., 2008)
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Caratteristiche principali del perfezionismo disfunzionale:
-Paura di fallire
-Insoddisfazione costante per i propri risultati
-Convinzione che si deve far colpo sugli altri tramite la propria intelligenza e i risultati e che questo è l’unico modo per guadagnare la loro approvazione
-Quando si sbaglia o si fallisce un obiettivo, si diventa autocritici e ci si sente un fallimento come essere umano
-Si pensa di dover sempre avere il controllo sulle emozioni.
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Caratteristiche principali della”salutare ricerca di eccellere”
-Creatività ed entusiasmo
-Gli sforzi apportano sentimenti di gioia e di soddisfazione
-Non c’è la credenza che bisogna guadagnare l’amore e l’amicizia facendo colpo sulle persone ma si crede che le persone ci accettino come siamo
-L’errore è visto come una possibilità di apprendimento
-Non si teme che gli altri ci vedano vulnerabili
TRASFORMARE IL PERFEZIONISMO INSANO IN UNO STIMOLO PER MIGLIORARE.
- Sii consapevole delle caratteristiche del perfezionismo negativo ed impara a riconoscere gli aspetti del perfezionismo malsano:
-Necessità di controllo
-Essere eccessivamente preoccupati di ciò che pensano gli altri
-Necessità di approvazione delle altre persone
-Incapacità di accettare le cose come stanno
-Niente è mai abbastanza buono
- distingui tra perfezionismo sano e malsano. Non tutti gli aspetti del perfezionismo sono negativi. Ecco alcuni atteggiamenti sani e positivi:
-Raggiungere l’eccellenza
-Desiderio di fare il meglio possibile in tutto quello che fai
-Aspirare a raggiungere obiettivi realistici
- Sostituire le abitudini malsane con quelle buone.
Stabilire obiettivi irrealistici fa più male che bene. Comincia a sostituire le tendenze al perfezionismo in abitudini più sane:
-Sostituisci le aspirazioni irrealistiche con altre plausibili, raggiungibili
-Accetta il fatto che la perfezione è irraggiungibile
-Accetta il fatto che alcune cose sono semplicemente fuori dal tuo controllo e non c’è niente che tu possa fare
-NON hai bisogno di provare a te stesso qualunque cosa o di spendere tempo prezioso a preoccuparti di cosa pensa la gente di te
-Accetta i tuoi errori. Sei umano!
-Impegnati per l’eccellenza, invece che per la perfezione
- Fai qualcosa ogni giorno per calmare la mente e alleggerire il tuo bisogno di essere perfetto.
Prenditi del tempo ogni giorno per una pausa e per rilassarti. Vai fuori, fai una passeggiata, medita.
Anche l’attività più semplice può portarti una gioia inaspettata.
Nutri una sana stima di te e accetta le tue qualità positive, abbracciando allo stesso tempo le tue imperfezioni.
SUGGERIMENTI UTILI
Riconoscere i propri difetti ed i propri limiti ed assumere un atteggiamento complessivamente più ironico nei propri confronti.
Ammettere le proprie angosce, le proprie sofferenze, la propria fallibilità, nonché l’impossibilità di prevedere e controllare ogni cosa
Liberarsi dalla logica di pensiero basata sul tutto o niente, credere nella reversibilità delle decisioni e nella possibilità di raggiungere obiettivi realistici a piccoli passi
Evitare di perdersi in dettagli inutili, ma cercare di porsi obiettivi precisi, non eccessivamente ambiziosi da rispettare, seguendo uno specifico pian di lavoro.
Riscoprire se stessi e i propri interessi, metterli al centro delle proprie decisioni, sostituendoli alle aspettative ed ai giudizi altrui.
Cogliere eventuali segni di disagio e di sofferenza che i propri comportamenti perfezionistici possono indurre nelle persone circostanti.
Cercare di vivere nel presente, senza rimuginare eccessivamente sul passato, né speculare mentalmente su possibili catastrofi future, ma affrontarle quando eventualmente si presenteranno concretamente.
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